Una carriera bellissima quella di Flavia Pennetta, tra alti e bassi, fidanzati e tradimenti ma soprattutto tanti allenamenti e sacrifici, adesso finalmente ripagati, nel suo ultimo anno da tennista professionista
Sembrava un finale da film per Flavia Pennetta. Vincere gli Us Open e dire addio. La rivedremo a Wuhan, a Pechino e forse a Singapore per quel lungo addio della regina di New York che ha superato nettamente 76, 62 in 1h33′ di gioco la sua corregionale, amica d’infanzia e di racchette Roberta Vinci. “Lascio il tennis, questa è stata la mia ultima partita allo Us Open. Non credo ci sia un modo migliore per abbandonare“. Notando la reazione di Robin Roberts, una che ha intervistato anche Barack Obama l’ha rassicurata. “Non devi mica essere triste, guarda che sono contenta!“.
A 33 anni e mezzo ha voglia di metter su famiglia con quel Fabio Fognini genio e sregolatezza del tennis italiano volato a New York alla vigilia di un match di Davis che probabilmente seguirà più da vicino. Annunciò il suo ritiro in tempi non sospetti nel 2012. “Ancora un paio di anni e mi ritiro“. Ha scelto il momento migliore per farlo. Fu scoperta negli anni ’90 da Michele Dell’Edera, oggi direttore dell’Istituto Superiore di Formazione “Roberto Lombardi”. Allora la pugliese promettente era Roberta Vinci. Personalità dirompente: Brindisi, Milano, le top 20, la Spagna, Gabriele Urpi, la top ten prima italiana di sempre il 17 agosto del 2009.
Poi la love story con Carlos Moya, ex numero uno al mondo, terminata bruscamente con un tradimento, di lui, in diretta. “Andrà a finire che Moya lo dovrò pure ringraziare, perché mi ha consentito di scoprire tutta la mia forza“.
Ed infatti è risalita dalle ceneri di una delusione morale più forte di prima. Tanti infortuni: due polsi, la spalla, la fascite plantare. Un 2105 non eccezionale: prima dello Us Open, i migliori risultati erano stati i quarti a Dubai, Indian Wells e Marrakech, oltre agli ottavi al Roland Garros.
La Pennetta è diventata la seconda azzurra a vincere un trofeo Slam dopo Francesca Schiavone, trionfatrice al Roland Garros del 2010. E da lunedì Flavia tornerà tra le top ten, lei che nell’agosto del 2009 era stata la prima italiana di sempre ad abbattere il fatidico muro: occuperà l’ottava posizione. Per lei quello di New York è stato l’undicesimo successo nel circuito mondiale Wta, su 25 finali disputate.