Incredibile Vuelta: Rodriguez attacca e vince la 15^ tappa, Aru resta in maglia rossa per 1″

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Tappa di montagna che doveva vivere un finale spettacolare e che non ha disatteso le aspettative

La 15a tappa della Vuelta a España, la seconda del trittico di montagna che dovrebbe mettere la parola fine sui giochi di classifica di questa Corsa, ha mantenuto le tante aspettative della vigilia: 175 km, la Comillas – Sotres Cabrales, partita dalle zone verdi della Cantabria, costeggiando l’Oceano Atlantico per i primi 70 km del tracciato.

La frazione è esplosa quando lo scenario del mare è stato lasciato per inoltrarsi nell’entroterra: l’Alto del Torno al km 115, ma soprattutto l’ascesa finale, l’Alto de Sotres, con un dislivello di 1100 m e una pendenza massima del 13,3%. Un tappone di montagna, come quelle che piacciono ai tanti tifosi che non si scoraggiano per le condizioni climatiche avverse ma che fanno penare i ciclisti.

A 135 km dal traguardo sono usciti dal gruppo del leader Dominique Rollin (Cofidis), Maarten Tjallingii (Lotto), Pierre Rolland (Europcar), Blel Kadri (Ag2R), Brayan Steven Ramirez Chacon (Team Colombia), Natnael Berhane (MTN),  Haimar Zubeldia Agirre (TREK), Nikolas Maes (Etixx),  e Ricardo Vilela (Caja Rurarl), che in poco sono riusciti a guadagnare circa 3 minuti sui migliori in classifica, un vantaggio che ai 60 km è rimasto pressoché immutato.

In prossimità di un traguardo volante, posto circa a 40 km dal traguardo finale, il vantaggio dei fuggitivi è salito fino ai 5 minuti, con la Movistar nel gruppo di Aru a lavorare, dando respiro proprio alla Astana, per proteggere  e spingere Quintana e Valverde. Il leitmotiv della tappa è parso da subito chiaro: se il gruppo procede in armonia e spinge, il vantaggio di quelli davanti cala drasticamente. E così mentre dietro si ritorna a forzare l’andatura, in un attimo i 9 davanti perdono più di un minuto, quando mancano poco più di 30 km. Un’azione come sempre da lontano e convincente per organizzazione, ma se il gruppo vuole recuperare allora c’è poco da fare. Quintana vuole la tappa e magari rientrare in classifica.

La Presse
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Ai 12 km inizia l’ultima asperità, davanti hanno solo 1 minuto e manca qualsiasi forma di accordo. Dietro i migliori sono tutti insieme. Ai 10 km scatta Quintana, un attacco per spaccare in due la gara e Sanchez della Astana che gli si incolla alla ruota. Aru sembra accusare un po’ ed è un altro compagno, Dario Cataldo, a riportare sotto il gruppo dei migliori. Davanti intanto si è staccato in solitario Zubeldia, mentre gli altri vengono riassorbiti lentamente dal gruppo maglia roja, gruppo chiuso da un Dumoulin in difficoltà, terzo in classifica e avversario pericoloso in vista della crono di mercoledì prossimo.

Ai 5 km si è messo a tirare a più non posso il gruppo l’italiano Visconti, per preparare un nuovo attacco di Quintana, mentre Zubeldia ha visto il suo vantaggio diminuire a 40 secondi e poco più.

3 km finali davvero duri: Astana a tutta, cambi di ritmo dei suoi uomini e Diego Rosa che raccoglie il testimone da Sanchez. Zubeldia ripreso ai 2 km mentre Dumoulin si stacca dal gruppo che conta una ventina di unità. 1 km al traguardo e tutti i big insieme quindi, tranne l’olandese che intelligentemente sale col suo ritmo e perde da subito una trentina di secondi.

LaPresse/EFe
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La Tinkoff si mette davanti, mentre i più forti si aspettano e studiano: attacca Rodriguez e tutti in fila indiana, con Aru che fa una fatica tremenda ma si incolla alla ruota dello spagnolo della Katusha a 10 – 15 metri di distanza. Vince lo spagnolo con l’italiano quinto a 15”. Dumoulin attardato. Incredibilmente resiste in maglia roja Fabio Aru per solo 1 secondo, proprio su Rodriguez che gli mangia di botto 25″. Majka supera Dumoulin al terzo posto a 1’24” (anche qui 1 secondo fra i due). Incredibile e avvicente Vuelta. E domani si sale ancora.

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