Il progetto ‘Red Bull on stage’, dal 6 luglio, permette a 4 ragazzi di lavorare, per tre mesi, presso la sede della Toro Rosso a Faenza, con la speranza di avere un futuro nella Formula 1. Domani i quattro ragazzi assisteranno al Gp di Monza dall’interno del box della scuderia
Un sogno che diventa realtà, una passione che scoppia all’improvviso, un mondo onirico che tutto ad un tratto si tocca con mano. Alzino la mano quanti di voi, appassionati di motori, almeno una volta hanno sperato, guardando in tv i mostri sacri della Formula 1, di vivere gomito a gomito con loro, di respirare l’aria dei box non da semplice tifoso, ma per lavoro, gioendo per una vittoria e rimboccandosi le maniche per una sconfitta.
E’ un mondo elitario, la Formula 1, un mondo che solo a guardarlo da lontano ti fa sobbalzare sulla sedia e pensare ‘chissà come sarebbe viverlo in prima persona’. Quattro ragazzi ce l’hanno fatta. Elisa Sacchini, Alessandro Del Prete, Carlo Andrea Binda e Alberto Staffolani hanno colto al volo l’opportunità lanciata dalla Scuderia Toro Rosso e, adesso, sognano ad occhi aperti, svolgendo un tirocinio all’interno del team faentino. “Il progetto si chiama Red Bull on Stage – ci spiega il signor Diego Mandolfo, responsabile del progetto per Toro Rosso – e questo è il terzo anno che Red Bull, insieme a Toro Rosso, fa entrare la Formula 1 all’interno delle Università italiane“.
Un progetto affascinante e molto faticoso da realizzare ma che permette ad ogni appassionato di poter sperare di realizzare i propri sogni motoristici. Molto complesso il percorso da fare, caratterizzato da vari step da superare: “per iniziare, il team ha inviato i propri ingegneri e i propri piloti all’interno di molte Università per tenere delle lecture che spiegassero le caratteristiche del nostro progetto e invogliassero gli studenti a parteciparvi. Successivamente, chi avesse avuto voglia di intraprendere questo percorso, avrebbe dovuto svolgere una sorta di gioco on-line, sul nostro sito, utile a compiere una prima scrematura di partecipanti.
Le aree che Toro Rosso ha individuato quest’anno per svolgere questo tirocinio sono i dipartimenti di Logistics, IT, Procurement e R&D. Coloro che hanno superato il test – continua Mandolfo – poi, hanno dovuto inviare i propri curricula e, quelli scelti, sono stati invitati, poi, a mandare dei video personali propositivi, riguardanti le proprie caratteristiche e le proprie aree di competenza. I finalisti sono stati 12, quattro per ogni dipartimento, e si sono presentati a Faenza, nella sede del team, per svolgere gli ultimi colloqui da cui sono usciti i quattro ragazzi che, dal 6 luglio, svolgono questo progetto“. Dopo qualche mese di duro lavoro ecco il premio: “oggi siamo a Monza, insieme ai ragazzi, per fargli vivere l’atmosfera del paddock e dei box – aggiunge Mandolfo. Hanno già incontrato i piloti, Sainz e Verstappen, e fatto alcune foto con loro“. Gioia e felicità nelle parole dei ragazzi, sicuri dei propri mezzi e decisi a ben figurare in questa unica opportunità: “sono una ragazza, ma amo i motori, non c’ nulla di strano”.
Lei è Elisa Sacchini, l’ennesimo esempio di come i motori non siano un mondo per soli uomini: “la mia famiglia ama la formula 1 da generazioni, prima mio nonno e poi il mio babbo mi hanno trasmesso questa passione quando, da piccola, guardavamo insieme le gare. Ho sognato questa opportunità e adesso me la vivo, spero di fare bene e di poter continuare il mio percorso all’interno di questo straordinario mondo“. Vedere la sede di un team di Formula 1 fa sempre effetto, e questa emozione ce la spiega Alessandro Del Prete: “è stata un’emozione unica. Mi aspettavo di vedere alcune cose così come le avevo immaginate, ma per tante altre sono rimasto a bocca aperta, è veramente un mondo a parte. Io faccio parte del dipartimento IT, sono un informatico e mi occupo di migliorare i processi interni all’IT.
Alcuni progetti dovevano essere migliorati e io mi occupo di questo“. Una storia particolare è quella di Carlo Andrea Binda, la sua passione per i motori parte da lontano, da quando vendeva riviste all’interno dell’Autodromo di Monza per guardare le gare: “per me non è mai stato un lavoro, bensì un’opportunità per seguire dal vivo quello che è il mio Gp di casa, essendo io di Cologno Monzese. Questo è il quinto anno che seguo la gara di Monza dal vivo, spero di esserci anche gli anni a venire con mansioni particolari. Quando ho visto la job description sul sito della scuderia Toro Rosso, ho pensato subito di partecipare al progetto. Sapevo di avere le carte in regola per farcela, ma in caso contrario non sarebbe stato un dramma. Ce l’ho fatta e adesso sono nel dipartimento Procurement, dove si pianifica la produzione dei compositi, quali il carbonio”.
Il sogno di far parte della scuderia lo sta vivendo anche Alberto Staffolani: “mi auguro di continuare il mio percorso in Formula 1 anche dopo questo progetto. Si tratta di un mondo di nicchia e questo è una delle poche opportunità per entrarvi. Voglio mettermi in gioco, fare tanta gavetta e poi spiccare il volo. Vedere i box e il paddock dal vivo è un’emozione unica. In tv si vedono solo i piloti e la gara, ma dietro c’è molto altro. Ve lo assicuro, i meccanici lavorano davvero tutta la notte, non è una leggenda metropolitana”. Nella vita ci sono treni che passano una volta sola, questi ragazzi si sono fatti coraggio e ci son saliti su con la consapevolezza di voler cambiare in meglio la loro esistenza. In bocca al lupo ragazzi, la Formula 1 vi aspetta.