Dall’esempio inglese ai muri dell’Olimpico: le barriere del calcio all’italiana

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Dagli hooligans agli stadi misura famiglia in Inghilterra, dal calcio all’italiana ai muri alti 2 metri dell’Olimpico: dove arriveremo?

In Inghilterra, nazione che ha inventato il gioco e del calcio e anche la sua più brutta espressione di tifo, i famigerati “hooligans”, andare allo stadio, oggi, è una meravigliosa esperienza. Gli spettatori sono a diretto contatto con il campo e con i giocatori, le famiglie si recano allo stadio con sciarpe sulle spalle e sorrisi sui volti, i giocatori lottano e “se le danno” con rispetto e lealtà; non ci sono barriere, muri divisori, cementi armati a sud-dividere tifoserie, gli spalti cantano: colorati e contenti. È uno spettacolo. È come andare a teatro: con in più quel pizzico di sana passione calcistica. Come abbiano fatto, gli Inglesi, a passare dai pestiferi e pericolosi hooligans al “calcio per famiglie” è noto a tutti. Tranne che agli addetti ai lavori del nostro amato BelPaese. Sentite qua: Prefetto e Questore di Roma intendono alzare barriere alte due metri e venti (!!!) con la base in cemento nelle due curve dell’Olimpico! Così si intende ridurre la violenza negli stadi in Italia: erigendo barriere in cemento, aumentando sempre più il numero dei poliziotti, accrescendo i vari tipi di “filtraggio” all’ingresso. In Italia, dunque, le barriere negli stadi non solo rimangono, ma addirittura aumentano. È il classico segno, allarmante, dell’inadeguatezza storica di chi prende le decisioni per questo amato sport chiamato calcio.

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