6 anni d’amore terminati nella peggiore maniera possibile, Carolina alle “Invasioni Barbariche”
Dopo le varie dichiarazioni di Carolina Kostner, la sua squalifica per aver coperto Alex Schawzer e la sua assenza dalle competizioni, la pattinatrice italiana va alle “Invasioni barbariche” e si racconta. “Io ero innamorata di Alex, – racconta Carolina – dopo sei anni di rapporto era lui l’uomo che avrei voluto sposare. Non mi sarei mai aspettato che lui si dopasse e non sapevo che stesse barando. Ho mentito, sì, ma non per coprire il doping, ma solo perché il quel momento in cui sono venuti a casa per il controllo, fui presa alla sprovvista e sapevo che la sera a casa sarebbe stato controllato e tutto sarebbe andato a posto. La sera, quando il controllo fu effettuato e Alex si mi se a disposizione, ero serena. ‘Vedi – mi dissi – si è messo a disposizione, quindi tutto è ok. Una settimana dopo m’è crollato il mondo addosso“. “Sul momento – continua la Kostner – , quando tutti gli hanno voltato le spalle, pur non condividendo la sua scelta, decisi di stargli vicina. Ma lì s’è rotto qualcosa, ci siamo allontanati col tempo. Quando si rompe qualcosa non si può più aggiustare“.
Poi sulla squalifica che l’ha tiene lontana dalla gare dice: “Dopo 12 anni non pattinerò ai Mondiali, ed è una cosa che mi mancherà tantissimo. Colgo l’occasione per dire in bocca al lupo alle ragazze. Colgo anche l’occasione per utilizzare diversamente il tempo: ho una famiglia bellissima che mi aiuta. Sono stata a vedere mio fratello giocare nei playoff di hockey. C’è un detto russo che recita ‘più il pendolo va in alto, più può cadere in basso’. Io spero che nell’appello emergano i fatti, ma comunque vada, la vita deve andare avanti e comunque mi ritengo una persona fortunata perché piena di affetti e di amicizie. Ci sono persone che mi fermano in treno e mi fanno i complimenti. Questo mi dà la forza di continuare. Sentenza esemplare, la mia? cerco di vederla nel modo più distaccato, altrimenti fa troppo male. Preferisco che ognuno giudichi da solo“.