Lorenzo Bonetti ha 27 anni e dopo aver abbandonato il calcio si è dedicato al volley. Vinta la sua battaglia contro il cancro è tornato a giocare in A-1
“Ho giocato a calcio fino a 17 anni, dagli Esordienti dell’Atalanta agli Allievi nazionali dell’Albinoleffe, ma in famiglia si masticava pallavolo. Mia mamma, Rosa Gagni, giocò a Bergamo in A, tra anni ‘70 e ‘80; oggi è allenatrice alla Don Felice Colleoni: a un certo punto ho cambiato sport”. Sono queste le parole rilasciate a ‘La Gazzetta dello Sport’ da Lorenzo Bonetti, 27 anni, schiacciatore del Vero Volley Monza.
Lorenzo cresce nella sua Bergamo, dove inizia a giocare a calcio nei vivai di Atalanta e Albinoleffe, ma dopo la pubertà decide di dedicarsi allo sport ‘di famiglia’ e di seguire le orme della madre iniziando gli allenamenti di pallavolo: “Primo anno in Serie D a Grassobbio, poi le giovanili dell’Olimpia Bergamo fino all’A-2. Ero il secondo palleggiatore. L’anno successivo al Sisley Treviso e poi iniziai a girare. La prima svolta a Cantù in A-2, nel 2012: coach Della Rosa mi chiese di giocare in banda. Accettai, fui la sorpresa per tutti, me compreso”.
Ed è proprio in quel periodo che, sentendo parecchio dolore alla schiena, Lorenzo effettua una risonanza che inizia a far luce su qualcosa che sembra più grave di quanto ci si aspettasse: “Venerdì 13 luglio 2012 scopro la malattia. Il giorno dopo mi ricoverano per un mese in ospedale, il peggior periodo della mia vita: venerdì 17 agosto la diagnosi: Linfoma non Hodgkin, un tumore alle cellule al livello di inguine e addominali. Una batosta. Inizio le terapie, il 13 settembre mi dicono che le cure funzionano e che mi aspettano cinque mesi di chemio e poi radioterapia. Sono stato fortunato, il fisico ha reagito molto bene”.
Il 27enne lotta e vince, anche nella vita. Tornato a Cisano dopo lunghi periodi di avvilenti terapie, ritrova i suoi amici ed un palazzetto pieno di amici e sportivi che non vedevano l’ora di rivederlo in azione. Adesso Lorenzo è tornato a giocare: “Il 13 giugno firmai il primo contratto di A dopo il cancro, con il Vero, la mia nuova casa dove spero di rimanere altri dieci anni: il 13 è il mio numero, e lunedì scorso l’ho tatuato sul braccio in ebraico antico”.